Bâtiment d’Ami – dalle stalle alle stelle e rapido ritorno
http://www.exibart.com/profilo/eventiV2.asp?idelemento=131499
Jan Hoet, nel 1986, allora curatore del Musée Municipal d’Art Contemporain (attualmente SMAK) di Gent, in Belgio, dette alla luce un’iniziativa dal titolo Chambres d’Amis, un tentativo di riconciliare lo spazio intimo e privato con l’opera d’arte contemporanea. In realtà anche un luogo di decontestualizzazione. Un cambiamento di “circuito”. Bâtiment d’Ami si rifà dunque a quell’esperienza ma come punto di partenza. Nel gioco di parole, che si riallaccia da un lato al titolo belga e dall’altro, nella traduzione, al cognome “D’Amico”, è racchiusa una rilettura di questo appropriamento degli spazi privati, domestici ed intimi, ma anche un ampliamento di luogo e di senso. Gli artisti sono invitati a popolare gli spazi: cantine, appartamenti, scale, terrazze
autori:
Eleonora Angeloni, Daniela Arabella, Massimo Arduini, Simone Bertugno, Tiziano Campi, Leo Canali, Sauro Cardinali, Elena Caterina, Iginio De Luca, Alberto D’Amico, Tino Franco, Chiara Giorgetti, Rita Mandolini, Elena Nonnis, Alessandra Pedonesi, Roberto Piloni, Monica Renzi, Delphine Valli
bâtiment d’ami – dalle stalle alle stelle e rapido ritorno
30 apr 2013
artapartofculture redazione
http://www.artapartofculture.net/2013/04/30/batiment-dami-dalle-stalle-alle-stelle-e-rapido-ritorno/
Bâtiment d’Ami – dalle stalle alle stelle e rapido ritorno
da un’idea di Alberto D’Amico, Massimo Arduini e Tino Franco
Studio Campo Boario (viale del Campo Boario, 4/A)
dalle ore 18.00 alle 23.00
closing 30 Aprile dalle ore 18.00 alle 23.00
Jan Hoet, nel 1986, allora curatore del Musée Municipal d’Art Contemporain (attualmente SMAK) di Gent, in Belgio, dette alla luce un’iniziativa dal titolo Chambres d’Amis. Di cosa si trattava? Il concept poggiava sull’ampliamento dello spazio d’azione artistico e cercava di relazionare l’ambiente privato e quello pubblico-istituzionale del Museo o della Galleria d’Arte. Un tentativo di riavvicinare lo spettatore all’opera d’arte ormai dilatata nella sua materializzazione e nella sua forma comunicativa.
Chambres d’amis era stato anche un tentativo di riconciliare lo spazio intimo e privato con l’opera d’arte contemporanea. In realtà anche un luogo di decontestualizzazione. Un cambiamento di “circuito”.
Bâtiment d’Ami si rifà dunque a quell’esperienza ma come punto di partenza. Nel gioco di parole, che si riallaccia da un lato al titolo belga e dall’altro, nella traduzione, al cognome “D’Amico”, è racchiusa una rilettura di questo appropriamento degli spazi privati, domestici ed intimi, ma anche un ampliamento di luogo e di senso.
Bâtiment d’Ami sviluppa nello spazio esteso della palazzina le attività che si sono susseguite nel corso degli anni nello Studio Campo Boario: esposizioni e proiezioni, eventi e incontri culturali.
Il sottotitolo ‘dalle stalle alle stelle’, allude allo spazio naturale entro il quale sono sempre iscritte le costruzioni degli esseri umani. La stalla è il luogo dove l’animale umano rinchiude altri animali. E’ il grado primordiale della vita organizzata, l’uomo agricoltore/allevatore. Le stelle sono invece il primo oggetto di conoscenza, corpi sufficientemente distanti che permettono l’osservazione, l’invenzione congetturale. L’assonanza sonora tra i due termini (stalle-stelle) provoca una fusione di senso, l’uomo che alleva gli animali per i suoi scopi è anche l’uomo che osserva le stelle, soprattutto di notte per esercitare il suo sguardo e la capacità di collegare elementi, di stabilire nessi tra la terra e il cielo.
Gli artisti: Eleonora Angeloni, Daniela Arabella, Massimo Arduini, Simone Bertugno, Tiziano Campi, Leo Canali, Sauro Cardinali, Elena Caterina, Alberto D’Amico, Iginio de Luca,Tino Franco, Chiara Giorgetti, Rita Mandolini, Elena Nonnis, Alessandra Pedonesi, Roberto Piloni, Monica Renzi, Delphine Valli, sono invitati a popolare gli spazi: cantine, appartamenti, scale, terrazze. Il loro agire è compreso tra l’attività di produrre ‘oggetti’ che hanno una forma ricavata dalla materia e il creare nessi, interrogativi, ipotesi sull’essere del mondo. Un maggiore coinvolgimento del pensiero filosofico nella pratica artistica attuale ribadisce l’importanza del momento riflessivo ma anche della condivisione del sapere; alcuni degli artisti presenti sono tutt’ora studenti di filosofia e molti altri insegnano in licei e accademie. Le opere verranno affiancate ad un momento di confronto con la scienza nella conferenza dell’astrofisico Nicola Menci sulle nuove teorie dell’universo.
Con la mostra Bâtiment d’Amì si rinnova la collaborazione di Massimo Arduini con lo Studio Campo Boario, dopo la mostra Piccole Ossessioni e la rassegna Incontri ravvicinati tra arte e cinema nell’ambito della programmazione di Piramide Channel.
Lo Studio Campo Boario nasce in uno spazio progettato dall’architetto Quadrio Pirani nel 1950. La sua posizione fortemente evocativa, a ridosso delle Mura Aureliane, di fronte alla Piramide Cestia e al Cimitero Acattolico, sembra aver facilitato la vocazione dello studio all’incontro ponendosi il fine ambizioso di far dialogare non solo le arti tra loro (cinema, arti visive, musica, architettura, scrittura) ma anche con la scienza, l’economia, la ricerca.
Fin dal 1991 lo Studio Campo Boario ospita numerosi eventi. Dal 2007 lo spazio propone con regolarità le serate di Piramide Channel ideata e curata da Alberto D’Amico e Tino Franco, condivisione visiva di corti e lungometraggi, documentari, videoarte e film d’animazione, presentati dagli autori, da storici e critici. Nel 2010 lo Studio Campo Boario e Piramide Channel partecipano con un evento collaterale alla Festa dell’Architettura di Roma Index-Urbis, evento replicato all’interno della rassegna Architettura a Confronto tenuta nello Studio nel 2011. Nello stesso anno sono iniziati gli incontri del Caffè Scientifico, ovvero temi complessi proposti in forma divulgativa.